Intrigante dogleg a sinistra, corto quanto delicato: dà grandi gioie e altrettanti dolori ai giocatori che affrontano questa buca con troppa sufficienza. La maggiore difficoltà è rappresentata da un green lungo e di traverso, protetto, sulla destra, da un profondo bunker affiancato da una collinetta sovrastata da un pino marittimo e, sulla sinistra, da tre piccoli bunker che accompagnano il collar per tutta la sua lunghezza. La prima parte del green è poi molto stretta e delimitata dai bunker; a questa segue una discesa, che si attenua progressivamente fino a risalire verso il fondo con un piccolo gradino. Proseguendo, subito dopo il collar inizia una ripida discesa che porta a un ostacolo d’acqua.
Ci sono più modi di giocare questa buca e la scelta strategica dipende dalla posizione della bandiera. In caso di bandiera corta o media un ferro lungo in direzione del piccolo pino e del vicino pioppo che, sulla destra, separano il nostro fairway da quello della buca 1 ci lascia un secondo colpo corto, che facilita il delicato attacco al green. In caso di bandiera lunga, dopo essersi accertati che i giocatori che ci precedono si siano avviati al tee della buca successiva, si può prendere in considerazione di giocare un driver in fade sul fairway della buca 4, con la possibilità di raggiugere direttamente il green o avere comunque un approccio facilitato dal poter aggredire un green dritto e non più di traverso, con molto spazio per l’atterraggio della palla ed escludendo dalla linea di gioco il profondo bunker e il pino marittimo che proteggono la metà destra del green.
Un driver al centro del fairway è fondamentale per lasciarsi la possibilità di raggiungere il green con il secondo colpo. Da questa posizione si sceglierà se giocare corto prima dei bunker che circondano l’inizio del green o optare per un ferro che raggiunga la fine del green togliendo dal gioco i numerosi e difficili ostacoli posti al suo inizio. Attenzione, però, perché dopo il green c’è l’ostacolo d’acqua.